Ricette · Storie

Sogno di una Viola del pensiero

“Potei allor vedere – e tu non lo potesti -volar Cupìdo in arme fra la luna e la gelida terra. Egli dritto mirò a una bella vestale (…) Ma vidi invece l’ardente strale del Dio fanciullo spegnersi nei casti raggi della luna, signora dei flutti. E l’imperiale sacerdotessa passò via indisturbata (…). Però osservai dove il dardo di cupido finì: cadde su un picciol fiore d’occidente, allora candido come il latte ed ora rosso come amorosa piaga. Viola del pensiero lo chiaman le fanciulle. (…) Il succo suo, stilato su ciglia dormienti, farà uomo o donna delirar d’amore per qualsiasi creatura il loro occhio contempli.” (W. Shakespeare)

Protagonista del “sogno di una notte di mezza estate”, la viola del pensiero ha il potere di ricordare e consolidare il rapporto con la persona amata; lo dice il nome stesso che pare derivi dal fatto che, tra i suoi petali, si possa vedere il volto dell’amato.

In epoca vittoriana, fra gli innamorati, era consuetudine inviarsi mesaggi d’amore attraverso i fiori: inviare un bouquet di viole del pensiero era la silenziosa richiesta di essere pensati.

Dall’aspetto delicato, ma forte e resistente, la viola del pensiero è spesso usata in primavera; ma, data la tempra adatta al freddo potrebbe essere usata come nota di colore nella tavolozza dei verdi8 giardini d’inverno.

Curioso è scoprire che la viola del pensiero figura tra gli ingredienti della cosiddetta tisana dei cinque fiori, un antico rimedio per lenire i fastidi di alcune malattie infettive (morbillo, scarlattina, rosolia): tre tazze al giorno di lavanda, calendula, borragine, ginestra e viola del pensiero selvaggia (10 gr. di lavanda, 5 gr. degli altri fiori) lasciate in infusione in acqua calda per dieci minuti sarebbero un toccasana…

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Violette Candite

Anche dette bonbon a la violette, usate soprattutto in Francia, questi meravigliosi fiorellini, se canditi, possono diventare delle sfiziose caramelle, dolci ma salutari e indubbiamente genuine!

Ecco la ricetta di Anna:

Ingredienti

1 tazza grande di violette

300 gr. di zucchero

Lavare bene le violette e sistemarle in una piccola pentola. Coprire i fiori con lo zucchero e aggiungere 2 cucchiai d’acqua e lasciar riposare un pò, così da sciogliere bene lo zucchero (deve trasformarsi in uno sciroppo molto denso).

Cuocere per 1 ora a fuoco bassissimo rigirando i fiori solo due volte per non sciuparli.

A fine cottura sgocciolare i fiori delicatamente con l’aiuto di un mestolo forato e, una volta ben sgocciolati, disporli su una gratella distanziandoli l’uno dall’altro cos’ che possano asciugarsi bene. Poco prima che siano completamente asciutti passarli nello zucchero e ricoprirli bene. Una volta pronti conservare i bonbon in una scatola di metallo. Con questo procedimento si ottengono deliziose violette candita che rimangono di un colore piuttosto chiaro, in molti casi, per esaltare il colore delle violette si usano coloranti alimentari, ma noi preferiamo rimanere su tinte naturali!

 

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